Quanto Costa la Salute

Oggi lunedì 27 ottobre 2025 alle 7:30 ho un appuntamento a Ravenna per una risonanza magnetica Per i dolori alla schiena. Ho la lombalgia cronica tra le varie patologie ed in più negli ultimi anni mi è cresciuta una ciste che mi impedisce di dormire sul lato destro e spesso mi dà delle fitte molto forti. In una visita dermatologa a Faenza mi viene detto che entro un anno mi avrebbero chiamato per rimuovere la ciste. Visto i dolori persistenti il dottore di famiglia mi prescrive questa risonanza magnetica a tutta la schiena. Finalmente, dopo lunghi mesi di attesa stamattina vado a fare la risonanza in un Poliambulatorio Di Ravenna che si chiama ‘Ravenna 33’. Alle 7:15 arriviamo dove segnala il navigatore non c’è nessuna insegna e ci giriamo attorno perché c’è stato detto da un amico di mio marito Luca che a fianco al ‘CineCity’. Sulla prenotazione il numero di telefono non c’è. Si perde altro tempo per cercarlo tramite Internet risponde la segreteria telefonica che fino alle otto non ci sono operatori. Fortunatamente, riusciamo comunque a trovare l’edificio, come ho detto senza nessuna indicazione stradale. In portineria, facciamo notare mentre presento la prenotazione che se abbiamo l’appuntamento alle 7:30 qualcuno in segreteria dovrebbe esserci visto che non esistono indicazioni stradali, ma ci viene risposto che loro non rispondono prima delle otto. Non insisto naturalmente, ma mi sembra poco logico. Arriviamo puntuali in sala d’attesa. Vengo chiamata. Saluto educatamente come faccio sempre, sia l’addetto che il medico nella scrivania, quest’ultimo non risponde e neanche se gira, sorvolo. In questo ambulatorio non esistono i camicioni che danno in tutti gli ospedali per fare questo tipo di visita. Ok, mi preparo ugualmente.

Pronta per entrare dentro la macchina della risonanza magnetica preciso dove sta la ciste e mi viene detto che loro guardano solo la colonna vertebrale. Spiego che per me è un dolore forte, ma visto che il dermatologo non mi ha chiamato dopo più di un anno di attesa avrei desiderato sapere quanto era grande all’interno questa ciste. Mi viene risposto sopra le righe:-Tanto se la deve togliere-. Ripeto che è passato quasi un anno e mezzo, ma non mi hanno chiamato. Niente, sorvolo. Prima di sdraiarmi nella macchina, chiedo se c’è lo specchietto all’interno, chi fa questo tipo di esame so a cosa mi riferisco per non sentire claustrofobia,ansia o paure dentro la macchina, mi viene risposto che c’è, ma come vengo posizionata, gli dico che io dallo specchietto non vedo nessuno. Lui mi risponde che non lo vedo perché è ancora lì, ma quando sarà seduto davanti alla vetrata, io lo vedrò. Mah… Io continuo a vedere solo una murata bianca, sorvolo. Visto che avevo già fatto altre risonanze magnetiche e comunque prima di arrivare avevo riletto tutto il foglio delle indicazioni, nei primi cinque minuti mi viene in mente che non mi hanno attaccato la flebo per il contrasto. Mi ricordo di aver letto ‘risonanza magnetica con e senza contrasto’ nel foglio che ho consegnato all’addetto. Visto che lui ha detto che dalla vetrata mi vedeva, comincia a fare gesti con la mano per non disturbare col campanello nessuno vede la mia mano fare cenno. Provo a suonare il campanello che non suona. Prova e riprova finalmente sento il campanello suonare. L’addetto mi chiede se era tutto ok. Io rispondo che dovevo farla col contrasto lui mi risponde che nel foglio non c’è scritto. In quel momento ho pensato che avrò letto male. Finisce il tempo della risonanza che supera i 30 minuti, anche se sono interminabili dentro la macchina visto che soffro d’ansia e dallo specchietto, non vedevo nessuno. Entra l’addetto nella sala della macchina e mi chiede ‘Tutto Bene?’ io rispondo ‘no’, mi chiede la motivazione ed io gli chiedo se posso, prima di alzarmi, vedere il foglio che gli ho portato.

Lui insiste dicendo:-adesso si, si riveste e guardiamo il foglio. A quel punto, io dico che visto che probabilmente avevo letto che dovevo farla con il contrasto, non mi vestivo, ma volevo prima vedere il foglio, perché io non aspettavo altri mesi, visto i dolori che ho, ma l’avrei rifatta subito. L’addetto insiste dicendomi che potevo parlare col dottore che era lì. Prendo il foglio e leggo che c’era scritto ‘con e senza contrasto’. Quindi dico al dottore che se nella prenotazione c’è scritto questo devo rifare la risonanza magnetica dopo che mi hanno messo la flebo. Loro insistono che il dottore mio non mi avrebbe dato il foglio da compilare per le per mettere le risonanze magnetiche con contrasto. Io rispondo che è successo altre volte, ma me le hanno fatte compilare direttamente in ambulatorio. A quel punto, io apro la porta dell’ambulatorio, mio marito Luca è in sala d’attesa. Gli chiedo se può venire col cellulare per vedere cosa c’era scritto nella richiesta nel mio fascicolo elettronico. Lui mi chiede il perché, io rispondo che non me la fanno con il contrasto, perché dicono che il dottore non l’ha chiesto. Luca entra, guarda il foglio anche lui senza aver bisogno di aprire il fascicolo elettronico e legge anche lui ad alta voce ciò che ho letto io. Ci viene risposto che se la devo fare con contrasto loro non me la possono fare perché non c’è l’anestesista. Naturalmente, questo non è colpa mia se non si sono organizzati. A quel punto, racconto a Luca che l’addetto mi avrebbe assicurato che l’avrei visto dallo specchietto per non farmi prendere dall’ansia, ma lo specchietto da dritto a una murata bianca e questo lo vede anche Luca. L’addetto risponde che lui non può spostare la macchina se è indirizzata verso il muro e che comunque lui è sempre stato lì e che me l’avrebbe detto 50 volte. (Quindi sarei pure bugiarda). Io, mentre ero nella macchina, la sua voce l’ho sentita solo una volta quando l’ho chiamato io, a quel punto Luca, mio marito dice:-Come fa a dire che è sempre stato davanti alla vetrata che l’ho visto uscire tre volte da questo ambulatorio?-. L’addetto ci dice che stavamo fermando la fila ed esce dall’ambulatorio mentre il medico fa delle telefonate. Io comincio ad andare in ansia. Perché sono stata colpevolizzata io, di aver fermato una fila dopo aver detto dopo cinque minuti che ero dentro la macchina più tutto il resto che era già successo che non sono stata attaccata alla flebo, quindi il ritardo non è dovuto a me. Io quando vado in ansia, poi alle volte dimentico cosa è successo. Vado un po’ in pallone infatti, non ho capito perché è uscito Luca dall’ambulatorio mentre io parlavo col dottore forse perché è stato chiamato dall’addetto. Non lo so. Rientrano poco dopo, arrivano credo due infermiere e un altro addetto con la stessa divisa che aveva quello precedente. mi viene chiesto nuovamente cosa succede e io racconto le stesse cose a quest’altro addetto con la stessa divisa. Poco dopo entrano nell’ambulatorio quello che ho capito dopo, essere il direttore e due poliziotti, una donna e un uomo. Istintivamente penso che forse le aveva chiamate Luca quando era uscito un attimo (poi invece mi ha detto che non é stato lui) dall’ambulatorio saluto educatamente la poliziotta le do la mano mi presento mi giro dall’altra parte per fare la stessa cosa con il poliziotto che neanche mi guarda in faccia e la sua collega ha visto tutta la scena, rimanendo muta, con questo poliziotto che urlava mentre io gli stendevo la mano per presentarmi. Il poliziotto comincia a urlare. Io, quando sento urlare, mi blocco e l’ansia sale sempre più su, ci chiede i documenti. Io guardo la poliziotta e gli dico:-Lei è qui per difendere i miei diritti? Io lei l’ho salutata non ho alcun problema ma c’è il suo collega che mi sta urlando addosso. I miei documenti io li avevo lasciati a Luca prima di entrare in ambulatorio per questo non le ho fatti vedere subito mentre Luca come tira fuori i suoi, il poliziotto che urlava lo guarda in faccia in modo minacciato faccia a faccia e gli dice:-Ma lei con chi crede di parlare?- Io continuo a guardare la poliziotta, come a farle capire che lei è lì presente, ma non ferma nulla non ferma il suo collega che senza motivo aggredisce anche mio marito, io indietreggio perché comincio a sentire che non sto proprio più bene e mi sdraio nella macchina perché era l’unico posto dove potevo mettermi comincia l’attacco di panico perché sento che mi manca il respiro faccio respiro grossi e vedo nero, non sento più le voci a un certo punto sento solo che e forse due mi alzano dalla macchina mi mettono seduta io continuo a avere fatica a respirare. Non vedo nulla. Sento che mi cedono le gambe credo di avere anche detto che non ce la faccio. Le gambe mi scivolano in avanti. A destra sento che vengo lasciata cadere. A sinistra, sento dire:-sta svenendo, dottore, dove va dottore? Torni qui!- poi non so cosa sia successo perché sento attorno a me due voci femminili forse due infermiere, ma devo dire anche che per 2o3 volte se non di più mi sono sentita tirare su per le scapole, con forza cosa che i pazienti fibromialgici è un dolore indicibili, purtroppo non tutti lo possono capire. Non ricordo tanto, credo che mi abbiano spostato in un altro ambulatorio, perché me lo ha poi raccontato Luca perché non rispondevo, che ero svenuta o che ero catatonica (che nemmeno so che significa). Io mi sentivo tutti i muscoli rigidi e non so perché ho sentito abbaiare il mio cane Lillo che invece era a casa. Comincio a sentirmi più tranquilla, non vedendo tanto bene, quando sento che sono su un’ambulanza e mi dicono che mi stanno portando a Faenza e che mio marito mi avrebbe raggiunto là al pronto soccorso. Non so se nell’ambulanza mi hanno dato farmaci o qualcos’altro non lo ricordo so che cominciavo a sentirmi più tranquilla forse perché non sentivo più nessuno urlare e nessuno farmi passare per bugiarda o per quella che aveva fatto allungare la fila fuori in sala d’attesa. Arrivo a Faenza, visto che mi stavo un po’ riprendendo riesco anche a salutare e ringraziare i due dell’ambulanza che mi portano nella sala d’attesa del pronto soccorso dove c’è Luca che mi aspetta che aveva già raccontato tutto agli infermieri che mi aspettavano. Entro in uno degli ambulatori del pronto soccorso che già cominciava a stare meglio, mi fanno un ‘emo gas’, purtroppo è risultato che sono un po’ intossicata e un elettrocardiogramma, loro vedono che mi sto riprendendo e non so a che ora, ma sono stata dimessa e sono tornata a casa. So soltanto che l’ultima parola che mi hanno detto al pronto soccorso di Faenza e che tutto questo è successo semplicemente perché certi medici non sanno più cos’è la gentilezza ed il Rispetto per i pazienti. Ore 14:00 di Lunedì 27 ottobre 2025.

In Fede Miché

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